Per rendere gradevole e scorrevole questo excursus finalizzato alla comprensione
dell’invecchiamento, il timbro scelto per questa serie di interventi sarà quello divulgativo.
I molteplici aspetti tecnico–scientifici alla base di ogni argomentazione riportata saranno presenti nella bibliografia in calce agli articoli (e grazie ad essa la possibilità di approfondire per i più curiosi).
Spesso e volentieri, quando la narrazione sarà tangente ad argomenti o macro–aree scientifiche impossibili da riassumere in questa sede, verranno suggeriti testi specifici e particolarmente efficaci nel far cogliere il senso profondo della materia in questione.
Infine, qualsiasi campo scientifico e in particolare quello mirato alla comprensione della senescenza e al decadimento funzionale dell’organismo nel tempo è costantemente in evoluzione e ricco di scoperte quotidiane.
Tutti i riferimenti e le acquisizioni presentate nelle nostre “sessioni” saranno fondate su ciò che è ritenuto assodato scientificamente allo stato dell’arte. Per tutto il resto sarà un piacere aggiornare costantemente la visione di un fenomeno che, come tutti gli eventi complessi e colmi di variabili interdipendenti (note o meno), richiede conoscenza, sedimentazione degli argomenti, visione multidisciplinare, pazienza e soprattutto entusiasmo.
Strutturazione degli articoli
Abbiamo deciso di condividere con il nostro pubblico una sorta di “vademecum dell’invecchiamento“ perché è uno degli argomenti centrali della nostra ricerca, perché ci appassiona e riguarda tutti noi.
A nostro avviso infatti, il deterioramento senile merita una profonda ridefinizione e un forte approfondimento su molti aspetti non conosciuti ai più, soprattutto alla luce di tutte le scoperte nel campo avvenute negli ultimi 30 anni, molte delle quali rivoluzionarie.
Le varie sessioni saranno pubblicate con cadenza mensile e si concentreranno sul fornire una visione multidisciplinare di questo fenomeno quotidianamente sotto gli occhi di tutti eppure così complesso, apparentemente inesorabile e (quasi) sempre presente laddove ci sia vita.
- Analizzeremo l’invecchiamento partendo dalla sua definizione per arrivare a comprendere la sua estensione e la sua pervasività su tutti i processi vitali (Cos’è l’invecchiamento?). Accanto alla definizione tout court, scomporremo il fenomeno nelle 2 principali modalità con cui il fenomeno di “aging” entra in azione, si insinua e accelera il proprio incedere: invecchiamento intrinseco / ed estrinseco
- Proseguiremo il percorso cercando risposte plausibili alla domanda che chiunque si è posto almeno una volta nella propria vita: Perché invecchiamo? Il tentativo di fornire una risposta sarà incentrato sulla comprensione della relazione tra senescenza ed evoluzione e sul perché questo motore silenzioso abbia premiato (quasi) sempre il deterioramento “programmato” degli esseri viventi piuttosto che favorire il fenomeno diametralmente opposto: l’eterna giovinezza e l’immortalità (esistito e tutt’ora esistente in natura!).
- Nella terza sessione (Telomeri e Telomerasi: l’elisir di lunga vita) analizzeremo gli stratagemmi messi in atto dalla Turritopsis nutricola (la piccola medusa immortale, libera dalla dalle pene del decadimento funzionale) per iniziare il vero e proprio viaggio all’interno delle cellule e dei meccanismi messi in atto dall’invecchiamento per erodere progressivamente le funzionalità e il numero delle cellule, dei tessuti e degli organi. Definiremo infine uno dei 2 cardini dell’invecchiamento: L’ipocellulatità
- Per completare il quadro iniziale, sposteremo poi l’attenzione su un altro quesito, stavolta di natura cronologica: quando inizia l’invecchiamento? In altri termini, l’invecchiamento si “innesca” immediatamente dopo la nascita oppure esiste un momento specifico (o più momenti) nella vita oltre il quale inizia il declino senile? Vedremo in questa sessione l’importanza e le funzioni degli ormoni steroidei, i veri “interruttori” dell’alternanza delle fasi della vita fino alla vecchiaia (caratterizzata dall’ipocellularità e dal sempre più spiccato deficit anabolico, il secondo cardine dell’invecchiamento)
- Nella sessione 5 riassumeremo quanto detto in precedenza e inizieremo a vedere le conseguenze dell’invecchiamento sui vari comparti del corpo umano. Partiremo dalla cute confrontando le differenze tra la sua versione giovanile e quella senile (e come queste si traducano nei rinomati segni dell’invecchiamento estetico)
- Passeremo quindi alla sessione più corposa: La disamina di molte delle funzioni del sistema immunitario giovane e in piena funzionalità in rapporto con quelle nella sua condizione vetusta. Definito quindi l’immunoaging, avremo l’occasione ideale per delineare il collegamento strettissimo tra invecchiamento e un numero elevatissimo di patologie.
- Continueremo il confronto su base cronologica dei vari tessuti, organi e sistemi addentrandoci poi nel sistema vascolare, in quello muscolo-scheletrico e infine in quello nervoso.
- Concluderemo questa primo ciclo di sessioni con uno sguardo allo state dell’arte sulla medicina anti-age e sulle sue prospettive future incredibilmente incoraggianti. Saremo in grado a questo punto di ipotizzare il farmaco perfetto che arresti il processo di decadimento e con esso una sorta di panacea per le patologie legate indissolubilmente all’invecchiamento.
Citando il biochimico evoluzionista Nick Lane “se spendessimo nello studio dei meccanismi che sono alla base dell’invecchiamento una frazione del tempo e dello sforzo che dedichiamo alla ricerca medica, sarei stupito se non trovassimo una soluzione entro due decenni. Una soluzione che possa fornire una terapia per tutte le malattie della vecchiaia in una sola volta” (Le invenzioni della vita. Le dieci grandi tappe dell’evoluzione).
Sessione 1: Cos’è l’invecchiamento
Inizia il nostro percorso volto alla comprensione dell’invecchiamento in tutte le sue declinazioni, alla luce delle ultime, fondamentali acquisizioni scientifiche.
Prima di addentrarci nell’analisi di tutti gli aspetti del processo di “aging” è necessario partire dalla sua definizione in termini biologico–fisiologici.
In letteratura se ne trovano molte fra le quali:
“un processo biologico universale caratterizzato da un progressivo sviluppo e da una maturazione dell’organismo dalla nascita fino alla morte (questo processo evolutivo si può applicare, oltre che al singolo individuo, anche ad una collettività o ad una società)”
“la somma di tutti i cambiamenti fisiologici, genetici e molecolari che si verificano con il passar del tempo, dalla fertilizzazione alla morte”
“L’invecchiamento è spesso descritto come un processo estremamente complesso che coinvolge tutti i parametri vitali di un individuo”
“il deterioramento progressivo della quasi-totalità delle funzioni dell’organismo nel corso del tempo”
“Progressivo deterioramento delle capacità omeostatiche e di adattamento all’ambiente in relazione al passare degli anni (morte per senectus), è irreversibile e comporta intrinsecamente un incremento della suscettibilità verso la malattia. Ne deriva che l’invecchiamento è “individuale”, differente nell’espressioni della sue modalità e delle conseguenze psico-fisiche da uomo a uomo, e altro non è che la sommatoria di fattori biologici, sociali e psichici”
Ognuna di queste definizioni analizza molti e diversi aspetti (longevità, invecchiamento collettivo e sociale, omeostasi, conseguenze psico-fisiche ecc.), ma allo stesso tempo tutte descrivono delle caratteristiche comuni e imprescindibili per definire il fenomeno. In altre parole esiste un minimo comun denominatore descrivibile i 3 punti:
- L’invecchiamento è progressivo (è quindi un fenomeno dinamico),
- Riguarda tutte le componenti di un organismo (cellule, quindi tessuti, organi, apparati, sistemi),
- Nel progredire dell’invecchiamento (lento o veloce che sia) si passa da un’ottimale funzionalità fisiologica di tutti i comparti cellulari a uno stato di parziale e successivamente totale incapacità di assolvere le proprie funzioni da parte di alcuni o tutti i tessuti.
Descriveremo le dinamiche biologiche alla base di questo decadimento funzionale, le cause che lo generano e, alla luce di questa nuova ottica, di connettere nella stessa prospettiva fenomeni apparentemente differenti come l’invecchiamento estetico e lo sviluppo di un elevatissimo numero di patologie.
Invecchiamento intrinseco ed estrinseco
L’invecchiamento è il risultato del contributo cronologico e costitutivo sommato a fattori ambientali e di stile di vita. Torna utile quindi categorizzarlo in due sottoinsiemi in base alla sua origine endogena o esogena
Nel primo caso avremo l’invecchiamento intrinseco (o primario): definito come “fenomeno universale, che rispecchia unicamente gli effetti avversi del trascorrere del tempo; è considerato intrinseco all’organismo ed è determinato da fattori ereditari o congeniti”.
Nel secondo caso si parla invece di invecchiamento estrinseco (o secondario) che viene descritto come “la risultanza di una sovrapposizione di elementi esogeni acceleranti sul processo di senescenza naturale e interessa la stragrande maggioranza degli individui. spesso semplificato in “photo and enviromental aging”.
Il fulcro di tutte le sessioni nel nostro percorso sarà la ricerca delle cause e degli effetti dell’invecchiamento intrinseco.
Per quel che riguarda quello estrinseco, si definiranno gli agenti che lo inducono per comprenderne l’influenza e il loro contributo sul risultato finale.
Innanzitutto è un acceleratore dell’invecchiamento intrinseco indipendente dall’età dell’individuo. Le cause che lo inducono sono riassumibili negli “insulti” generati da:
- Radiazioni solari
- Inquinamento ambientale, malattie
- Stili di vita (compresi usi e costumi di genesi culturale)
- Condizioni comportamentali e ambientali che generino stress (stimolazione asse CRH – ACTH – Cortisolo con conseguente squilibrio anabolico)
Tutti questi fattori vanno considerati in modo cumulativo: maggiore è l’esposizione al singolo fattore o all’insieme di essi, maggiore sarà il danno generato e l’effetto accelerante sull’invecchiamento intrinseco.
1. Esposizione alle luce solare (radiazione attinica)
foto 1. Photoaging asimmetrico: il protagonista è un camionista che per decine di anni è stato esposto alla luce solare prevalentemente sul lato sinistro, quello del finestrino. Essendo l’invecchiamento intrinseco per definizione equivalente su entrambi i lati del viso, questa foto è un esempio eccezionale di invecchiamento estrinseco e della sua capacità di accelerare l’invecchiamento dei tessuti più esposti (intaccando minimante quelli non esposti)
È l’agente estrinseco più intuitivo e si conosce pressoché tutto dei pericoli associati all’eccessiva esposizione alla luce solare (quasi tutti a carico dell’epidermide e del derma):
- Sviluppo di eritemi solari (risposta infiammatoria al danno subito soprattutto dalle radiazioni UV)
- Ustioni solari (culmine del danno indotto UV)
- Elastosi
- Induzione e sviluppo di precancerosi (discheratosi attiniche) e neoplasie cutanee (Basaliomi, spinaliomi ecc)
L’esposizione non è l’unica variabile in gioco, ma è essenziale valutare anche la latitudine quando ci si espone alla luce solare: ad esempio in Scandinavia l’angolo di incidenza della luce (e quindi l’intensità associata) sarà molto minore rispetto all’equatore dove invece la radiazione “cade” perpendicolarmente.
Per la comprensione dell’importanza di questi fattori, è utile citare l’incidenza dei tumori cutanei in Australia rispetto ad esempio ai paesi nord-europei.
Il confronto non è casuale, entrambe queste popolazioni possiedono per la maggior parte un fototipo molto basso (Pelle molto chiara che quindi è in grado di sintetizzare una quantità esigua melanina in risposta alla luce).
Questa quantità minima di melanina (proteina che ci protegge dagli insulti delle radiazioni luminose) prodotta da questi fototipi è in realtà mediamente sufficiente per la protezione della cute da tumori cutanei rispetto alle radiazioni nord-europee, ma insufficiente per gli stessi fototipi trapiantati alle latitudini australiane. L’incidenza dei tumori cutanei in Australia è infatti la più alta al mondo (NHRMC Clinical Practice Guidelines.Non-melanoma skin cancer:Guidelines for treatment and management in Australia. Prepared by the Australian Cancer Network Management of Non-Melanoma Skin Cancer Working Party.Endorsed 24 October 2002).
È altrettanto noto che, sebbene sia necessario evitare l’eccessiva esposizione, è fondamentale “prendere il sole” periodicamente perché gli effetti positivi sono molteplici:
- Produzione Vitamina D (nella cute, l’ultima reazione per la sintesi di questo modulatore della densità ossea è obbligatoriamente fotoindotta)
- Modulazione della sintomatologia di diverse patologie infiammatorie croniche (Attività immunomodulante della luce, soprattutto sulle manifestazioni psoriasiche)
- Incremento testosterone e GH (ne approfondiremo gli effetti benefici nella sessione “quando inizia l’invecchiamento?”)
Nota: interessante notare come lo stesso fattore (in questo caso la radiazione luminosa) nelle giuste dosi sia un toccasana (soprattutto un immunomodulante sui processi infiammatori) mentre se somministrato in eccesso diventa dannoso (e crea i presupposti per l’ingenerarsi di un processo infiammatorio). Citando Paracelso “Tutto è veleno: nulla esiste di non velenoso. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto”. In altri termini, la differenza tra nessun effetto, effetto curativo ed effetto tossico sta nella dose somministrata. Questo fenomeno si incontra frequentemente in biologia e in farmacologia è definito “finestra terapeutica”.
2. Inquinamento ambientale e malattie
La produzione e la diffusione non controllata né regolata di gas di scarico, particelle tossiche, conservanti, insetticidi ecc nell’aria, nelle acque e nei terreni (e quindi nei cibi, nelle bevande ecc) va inteso come una crescente concentrazione di sostanze tossiche che, attraverso diverse vie di somministrazione (cutanea, transdermica, orale, respiratoria ecc.) viene assorbita da tutte le forme viventi con cui entrano in contatto.
Anche in questo caso, maggiore è l’esposizione, maggiori saranno i danni.
L’entrare costantemente in contatto con sostanze tossiche produce un serie infinita di risposte da parte dell’organismo di tipo prettamente immunitario, metabolico ed escretivo che ha come conseguenza un aumento dei danni rispetto a un individuo non esposto agli stessi agenti tossici.
Ad un aumento dei danni corrisponde un’accelerazione dell’invecchiamento intrinseco (e una maggiore probabilità di sviluppare patologie).
Le patologie stesse infine, soprattutto le croniche sono fonte di invecchiamento estrinseco. Propagare a tempo indeterminato (cronico) lo stato patologico e lo stato infiammatorio ad esso associato (più o meno pronunciato che sia) conduce al danneggiamento (sclerotizzazione) e all’invecchiamento dei tessuti coinvolti. Si parlerà molto di questo argomento nella sessione dedicata.
3. Stili di vita (compresi usi e costumi di natura culturale)
Sul capitolo “stili di vita e invecchiamento” c’è una nutritissima letteratura internazionale molto spesso accompagnata da una forte comunicazione salutistico/sanitaria a riguardo.
Chiunque è a conoscenza che ad esempio fumo e consumo smisurato di alcolici “faccia male” sotto tutti i punti di vista.
L’abuso di sostanze tossiche, come accennato in precedenza causa numerosi danni e accelera l’invecchiamento.
Condizioni comportamentali e ambientali che generino stress (stimolazione asse CRH – ACTH – Cortisolo con conseguente squilibrio anabolico) Il luogo comune sullo stress è che sembra essere l’origine di tutti i mali.
Spesso viene citato impropriamente come causa di manifestazioni patologiche o sintomatiche per le quali non si conosce l’eziologia o si hanno difficoltà diagnostiche. Come tutti i luoghi comuni però, anche questo nasconde delle verità.
Lo stress è definito come “strettezza o oppressione” e nel linguaggio medico è “la risposta funzionale con cui l’organismo reagisce a uno stimolo più o meno violento (stressor) di qualsiasi natura (microbica, tossica, traumatica, termica, emozionale, ecc.) – Dizionario Treccani”.
Quindi, i danni da stress non sono ascrivibili allo stressor di per sé ma alla risposta che attua l’organismo per reagire ad esso, soprattutto se questa reazione rimane attiva per un lungo periodo (cronicizzazione).
La cronicizzazione dello stimolo stressante produce un’attivazione a sua volta cronica dell’asse CRH – ACTH – Cortisolo e una conseguente ipercortisolemia (presente fino alla permanenza dello stressor).
Per comprendere gli effetti dell’ipercotisolemia cronica (e il perché lo stress sia inteso come la fonte di tutti i mali) è sufficiente vedere di sfuggita gli effetti della sindrome di Cushing (sindrome che anch’essa come effetto genera ipercortisolemia ma a differente eziologia).
Stress cronico, Sindrome di Cushing e senilità hanno tutti un minimo comun denominatore: una condizione di ipercortisolemia cronica diretta (massima nel Cushing e variabile nello stress cronico) oppure uno stato del tutto simile di deficit anabolico (ipercortisolemia indiretta) nella senilità che origina post-menopausa e post-andropausa.
Analizzeremo approfonditamente questo argomento nella sessione dedicata allo squilibrio della bilancia steroidea: quando inizia l’invecchiamento?
Bibliografia:
- Nick Lane. “Le invenzioni della vita. Le dieci grandi tappe dell’evoluzione”. Il saggiatore – 2012
- Dufour E, Larsson NG. Understanding aging: revealing order out of chaos. Biochim Biophys Acta 2004;1658:122-32
- Carey JR. Theories of life span and aging. Physiological Basis of Aging and Geriatrics. 3th ed. Boca Raton: CRC Press 2003:85-95.
Sacher GA. Evolutionary theory in gerontology. Perspect Biol Med 1982;25:339-53 - Biochim Biophys Acta. 2004 Jul 23;1658(1-2):122-32. Understanding aging: revealing order out of chaos. Dufour E1, Larsson NG
- Austad Steven N.; Why we age; New York; John Wiley & Sons, Inc. ; 1997
- Praxis (Bern 1994). 2003 Oct 29;92(44):1876-82. Successful aging – Nager F.
- La medicina dell’aging e dell’anti-aging. Galimberti. Edizioni EDRA. 2016
- NHRMC Clinical Practice Guidelines.Non-melanoma skin cancer:Guidelines for treatment and management in Australia.Prepared by the Australian Cancer Network Management of Non-Melanoma Skin Cancer Working Party.Endorsed 24 October 2002